“Da luglio, gli italiani che chiedono il visto turistico per il Brasile sono sottoposti a un trattamento diverso rispetto ai cittadini degli altri paesi europei”. E’ quanto ha affermato l’on. Fabio Porta, eletto nella Circoscrizione America Meridionale della Circoscrizione Estero, motivando un’interrogazione presentata sull’argomento al Ministro degli Esteri.
“Per decenni, infatti, agli italiani, come a tutti gli altri europei, era riconosciuto per ragioni turistiche una permanenza fino a sei mesi (90+90 giorni). Nell’ultimo aggiornamento che il Ministerio das Relacoes Exteriores brasiliano ha fatto della tabella relativa ai visti d’ingresso, invece, la durata della permanenza è stata praticamente dimezzata”.
“Qual è la ragione di questo particolare trattamento?”, si è chiesto l’on. Porta. “Si possono fare diverse ipotesi, ma per non lasciare spazio a congetture, assieme ai colleghi Farina, Fedi, Garavini e Narducci, mi sono rivolto al Ministro degli Esteri per saperne di più e, soprattutto, per chiedere di avviare gli opportuni contatti con le autorità brasiliane per superare al più presto questa anomalia”.
“Voglio ricordare – ha concluso Porta – che la questione ha una ricaduta più vasta di quanto si possa pensare. Anche se il visto è “turistico”, di esso si servono studenti per ragioni di studio e di ricerca, professionisti e imprenditori e mediatori commerciali per affari e soprattutto anziani, che scelgono il Brasile per permanenze prolungate in un ambiente climaticamente e socialmente ospitale. Molti di loro, anzi, hanno acquistato modeste abitazioni per alternare, secondo le stagioni, i periodi di riposo tra Italia e Brasile.
Mi auguro, dunque, che al più presto si torni ad una condizione di uniformità di trattamento tra i cittadini di tutti i paesi europei, anche per superare situazioni polemiche e rimettere al centro le questioni reali e gli interessi concreti delle persone”.