Roma, 6 aprile 2017 – Ufficio Stampa On. Fabio Porta
E’ stato aggiornato con Decreto Ministeriale del 23 marzo 2017 l’elenco degli Stati esteri che consentono un adeguato scambio di informazioni fiscali (“White List”). Nell’elenco sono stati aggiunti il Cile e l’Uruguay, ma purtroppo è ancora fuori il Perù. Il Decreto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 3 aprile (Serie Generale n. 78). Si tratta di una lista di Stati soggetta a revisione periodica ogni sei mesi e proprio alcune settimane fa avevo auspicato con una mia interrogazione parlamentare l’inserimento di tre Paesi latinoamericani finora esclusi. La “White list” comprende gli Stati e territori collaborativi, e ci rientrano “quelli inclusi nella lista di cui all’articolo 168-bis, comma 1, del TUIR, nonché quelli che prevedono un adeguato scambio di informazioni tramite una convenzione per evitare la doppia imposizione sul reddito, uno specifico accordo internazionale o con cui trovano applicazione disposizioni comunitarie in materia di assistenza amministrativa. Il Cile è dunque rientrato nella suddetta lista perché ha recentemente stipulato con l’Italia un accordo contro le doppie imposizioni fiscali, mentre l’inclusione dell’Uruguay fa seguito alla recente entrata in vigore della convenzione tra Consiglio d’Europa e Nauru, Nieu Barbados, Andorra, Saint Kitts, Nevis, Saint Vincent, Grenadine, Samoa e appunto l’Uruguay. Voglio sottolineare l’importanza dell’inclusione nella “White List” di Cile e Uruguay non solo per il favorevole trattamento fiscale di numerose attività finanziarie ed economiche, in entrata e i uscita dall’Italia, su cui non mi soffermo, ma soprattutto perché ora i nostri lavoratori e pensionati residenti in questi due Paesi potranno usufruire delle detrazioni fiscali, comprese quelle per i carichi di famiglia, se producono il 75% del loro reddito complessivo in Italia. Si ricorderà infatti che l’estensione delle detrazioni e deduzioni fiscali ai contribuenti residenti in Paesi extracomunitari era stata sottoposta dalla legge al vincolo che i Paesi di residenza fornissero un adeguato scambio di informazioni fiscali. Il tema della trasparenza e dello scambio dei dati ha acquisito crescente importanza nello scenario internazionale ed è in questo mutato contesto che deve collocarsi la decisione di ampliare il numero dei Paesi “White List”. Il contesto di maggiore trasparenza a livello globale e soprattutto il numero crescente di Paesi che hanno sottoscritto Convenzioni bilaterali adottando gli standard OCSE in materia di scambio dei dati ha fatto sì che l’elenco delle giurisdizioni considerate white potesse essere ampliato in modo sensibile. Ora dobbiamo augurarci che l’Italia consideri, magari nel prossimo aggiornamento, anche il Perù “degno” di rientrare nella lista, visto in particolare che sono molti gli italiani residenti in quel Paese che negli ultimi tempi si lamentano di essere stati privati delle detrazioni fiscali sul reddito da loro prodotto in Italia (pensioni in particolare).