Il Presidente del Comitato degli italiani nel mondo scrive una lettera ai due Ministri denunciando la drammaticità del problema e l’importanza di un intervento risolutivo dello Stato italiano
Il dramma dei pensionati italiani residenti in Venezuela non può attendere oltre e lo Stato italiano (Governo, Ministeri ed Inps) deve trovare una giusta e rapida soluzione per venire incontro alle legittime richieste dei nostri connazionali. Lo afferma il Presidente del Comitato italiani nel mondo della Camera, On. Fabio Porta, il quale comunica di aver scritto una lettera al Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e al Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan per sollecitare un loro risolutivo intervento. Il deputato del PD eletto nella Ripartizione dell’America meridionale aveva nei giorni scorsi sentito e incontrato funzionari dei ministeri e dell’Inps per capire in che modo potesse essere risolto il problema della drastica riduzione degli importi delle pensioni italiane pagate in Venezuela a causa di problematicità dei tassi di cambio delle valute. Il parlamentare, che da tempo si sta attivando in sede politica e legislativa per risolvere il problema, ha esortato i due Ministri a considerare una priorità l’adozione di un sistema di cambio per le pensioni pagate in Venezuela che non penalizzi i nostri pensionati ivi residenti e che tenga conto del reale potere d’acquisto del bolivar, delle pensioni venezuelane artificialmente rivalutate negli ultimi anni dal Governo venezuelano e dell’elevato tasso di inflazione anch’esso causa di una crescente sopravvalutazione del tasso di cambio reale. L’On. Fabio Porta ha chiesto ai ministri Padoan e Poletti di accelerare l’esame del dossier predisposto dall’Inps sui pagamenti delle pensioni in Venezuela, di tenere nel debito conto le osservazioni dell’Istituto italiano di previdenza sociale (in modo particolare l’ipotesi di adottare il cambio parallelo ufficiale SIMADI) e di non rimandare troppo a lungo una decisione (si spera positiva) nel merito. I nostri pensionati in Venezuela sono esasperati e non possono più vivere normalmente con pensioni italiane di poche decine di euro.