NEWSLETTER FABIO PORTA
Deputato eletto nella Circoscrizione Estero America Medionale

ANNO IX - Nº 50 - NOVEMBRE 2016

UN REFERENDUM CHE CI RIGUARDA

La riforma della Costituzione sarà decisiva anche degli italiani nel mondo

Gli italiani all’estero avranno anche questa volta una responsabilità decisiva, e forse determinante, sugli esiti del prossimo referendum sulla riforma della Costituzione. La riforma contribuirà a consolidare la presenza degli italiani nel mondo nel nostro sistema democratico e, al contrario di quanto qualcuno sostiene, il peso ed il ruolo degli italiani all’estero e del loro sistema di rappresentanza uscirà rafforzato dall’approvazione della riforma costituzionale.

Perché ? Mi limito a indicare alcuni punti-chiave: 1) La rappresentanza parlamentare rimane inalterata alla Camera dei Deputati, e cioè nel ramo del Parlamento dove saranno approvate la quasi totalità delle leggi e che sarà responsabile per la fiducia al governo; 2) Il nuovo Senato rappresenterà i territori, mentre gli italiani nel mondo costituiscono un popolo e non una “regione”, con la conseguenza che questo ruolo di rappresentanza territoriale rimarrà di competenza dei Comites e del Cgie, gli organismi intermedi che vedranno rafforzato il loro ruolo; 3) La fine del “ping-pong” tra Camera e Senato non solo semplificherà e renderà più agile e veloce il processo legislativo ma, anche alla luce dell’esperienza di questi “primi dieci anni” di presenza degli eletti all’estero in Parlamento, eviterà dualismi e sovrapposizioni tra le due rappresentanze parlamentari a tutto vantaggio dell’approvazione delle leggi di nostro interesse.

I punti appena indicati sono soltanto alcuni dei vantaggi diretti che le comunità italiane all’estero potranno avere dall’approvazione della riforma.

Potremmo citarne altri, come ad esempio la fine della frammentazione delle deleghe alle Regioni in materie attinenti all’internazionalizzazione e alla promozione del turismo, che invece di rafforzare la proiezione dell’Italia e delle sue comunità nel mondo sono state state spesso fonte di sprechi e dispersione di risorse.

Un’Italia più moderna, fedele ai princìpi fondamentali di quella che continuiamo a ritenere sia una delle più belle Costituzioni nel mondo ma altrettanto capace di rispondere in maniera seria ed efficiente alle domande dei cittadini e alle sfide di un mondo globalizzato: è questa la grande scommessa del referendum, una sfida che riguarda anche noi, italiani nel mondo !

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  • Per superare il bicameralismo paritario
  • Finalmente l’Italia cesserà di essere l’unico paese europeo in cui il Parlamento è composto da due camere eguali, con gli stessi poteri e praticamente la stessa composizione. Il superamento del cosiddetto “bicameralismo paritario” servirà per ridurre il costo degli apparati politici e per rendere l’attività del Parlamento più rapida ed efficace. La Camera dei Deputati darà e toglierà la fiducia al governo, il Senato rappresenterà prevalentemente le istanze e i bisogni di comuni e regioni.

  • Per avere leggi in tempi più rapidi

  • Troppo spesso i cittadini hanno atteso per anni riforme e risposte concrete, che sembravano non arrivare mai. Se vincerà il Sì, finalmente le proposte di legge non dovranno più pendolare tra Camera e Senato, nella speranza che prima o poi si arrivi ad un testo condiviso fino alle virgole. Tranne che per alcune limitate materie, di norma la Camera approverà le leggi e il Senato avrà al massimo 40 giorni per discutere e proporre modifiche, su cui poi la Camera esprimerà la decisione finale. Più velocità non significa “più leggi”, ma risposte più tempestive da un Parlamento più credibile.

  • Per ridurre i costi della politica
  • Verrà ridotto il numero dei parlamentari, perché i senatori elettivi passeranno da 315 a 95 (più 5 di nomina del Presidente della Repubblica) e non percepiranno indennità; il CNEL verrà abolito, e con esso i suoi 65 membri; i consiglieri regionali non potranno percepire un’indennità più alta di quella del sindaco del capoluogo di regione e i gruppi regionali non avranno più il finanziamento pubblico; le province saranno eliminate dalla Costituzione. La riduzione di costi e “poltrone” restituirà credibilità alle istituzioni.

  • Maggiore partecipazione dei cittadini
  • La democrazia non si riduce solo al momento del voto, ma è un insieme di strumenti nelle mani dei cittadini per esprimere idee, proposte e bisogni. Con la riforma, la democrazia italiana diverrà autenticamente partecipativa: il Parlamento avrà l’obbligo di discutere e deliberare sui disegni di legge di iniziativa popolare proposti da 150mila elettori; saranno introdotti i referendum propositivi e d’indirizzo; si abbassa il quorum per la validità dei referendum abrogativi (se richiesti da ottocentomila elettori, non sarà più necessario il voto del 50 per cento degli aventi diritto, ma sarà sufficiente la metà più uno dei votanti alle precedenti elezioni politiche).

  • Per chiarire le competenze di Stato e Regioni
  • La riforma chiarirà e semplificherà il rapporto tra Stato e Regioni: con l’eliminazione delle cosiddette “competenze concorrenti”, ogni livello di governo avrà le proprie funzioni legislative. Si eviterà finalmente la confusione e la conflittualità tra Stato e Regioni che ha ingolfato negli scorsi 15 anni il lavoro della Corte Costituzionale. Materie come le grandi reti di trasporto e di navigazione, la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell’energia o la formazione professionale saranno di esclusiva competenza dello Stato. Alle Regioni, oltre alle competenze proprie (come l’organizzazione sanitaria, il turismo o lo sviluppo economico locale), potranno essere delegate altre competenze legislative. Sarà un modo per promuovere le Regioni più virtuose.

  • Per aumentare la rappresentanza degli Enti Locali in Parlamento e in Europa
  • Il Senato diverrà finalmente il luogo della rappresentanza delle regioni e dei comuni, che potranno così intervenire direttamente nel procedimento legislativo attraverso i sindaci e i consiglieri che ne faranno parte. Per troppi anni, la loro limitata capacità di partecipazione alla formazione delle leggi dello Stato ha causato ritardi, conflitti e contenziosi. In più, il nuovo Senato dei sindaci e dei consiglieri sarà investito di una funzione molto importante: parteciperà alle decisioni dirette alla formazione e all’attuazione degli atti normativi e delle politiche dell’Unione europea e ne verificherà l’impatto sui territori. E’ un compito decisivo, che consentirà all’Italia di rispettare “i patti”, di non commettere infrazioni e di evitare multe salate.

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