Roma, 8 de janeiro de 2020 – Assessoria de Imprensa Deputado Fabio Porta
Lungo e cordiale incontro oggi al Palazzo del Viminale, sede del Ministero del’Interno, tra l’ex deputato italiano Fabio Porta e l’attuale Vice Ministro Matteo Mauri.
Al centro dell’incontro gli italiani nel mondo, con riferimento particolare alle domande di cittadinanza per matrimonio e ‘ius sanguinis’ presentate presso i Comuni, entrambe di competenza del dicastero.
Negli ultimi mesi si sono moltiplicati i casi di ‘truffa e raggiri’ che hanno coinvolto piccoli Comuni italiani, come anche episodi di intolleranza ai danni di cittadini giunti dall’estero per presentare la loro domanda di cittadinanza in Italia.
Una situazione, secondo Fabio Porta, “da affrontare con il massimo di serietà e chiarezza, tanto per perseguire i fenomeni malavitosi che per tutelare chi legittimamente ha deciso di seguire questa strada per vedere riconosciuto un proprio diritto”.
Il Vice Ministro si è impegnato ad avviare una verifica sulla materia a partire dalle autorità competenti e quindi dallo stesso Ministero dell’Interno ai suoi vari livelli; l’intenzione è quella di arrivare in tempi brevi ad un chiarimento e ad un successivo orientamento che impedisca il ripetersi dei gravi episodi degli ultimi mesi ma che al tempo stesso possa fornire indicazioni chiare ai Comuni e alle autorità di frontiera per regolamentare una procedura già prevista e codificata da precedenti circolari ministeriali.
“Le richieste di cittadinanza ‘ius sanguinis’ da parte dei nostri connazionali che vivono all’estero – ha dichiarato Fabio Porta a conclusione dell’incontro – costituiscono un’opportunità utile e preziosa per il nostro Paese e non un problema amministrativo o di ordine pubblico”. “Per fare in modo che ciò avvenga – ha concluso Porta – è però necessario agire in varie direzioni, prima tra tutte il sostegno con risorse economiche e umane ai consolati. Anche i Comuni italiani devono essere messi in condizione di gestire al meglio queste richieste; vanno infine introdotte regole e criteri per impedire a faccendieri senza scrupoli di agire in questo settore, riconoscendo in parallelo il lavoro di enti e operatori competenti e accreditati.”