Roma, 12 maggio 2016
Dopo decenni di attesa, sull’Italia è comparso un grande arcobaleno, che rende tutti un po’ più liberi e più eguali. L’approvazione della legge sulle unioni civili e sulle convivenze, infatti, riconosce finalmente i diritti finora negati a tanti soggetti dello stesso o di diverso genere, senza togliere nulla a nessuno. Il rispetto per la persona e il valore dei legami di amore hanno prevalso su principi e convinzioni rispettabili se vissuti nella propria coscienza e in termini positivi nelle relazioni sociali, non se usati per escludere o per condannare.
Il provvedimento ci riconcilia con l’Europa e cancella l’insostenibile ritardo rispetto a paesi che già da tempo avevano fatto i passi necessari sulla strada dei diritti civili.
La prima proposta di legge in questa materia è stata presentata 28 anni fa. Da allora solo dinieghi e rinvii: “i tempi non sono maturi…”. Invece è bastato rendere questa questione una priorità programmatica e politica e perseguirla con determinazione e coerenza, come ha fatto il Governo Renzi, per colmare una lacuna vistosa e rendere l’Italia più civile. Tra l’altro, in una materia che è sempre stata di acuta sensibilità nel nostro contesto culturale, per il particolare peso che le gerarchie ecclesiastiche hanno storicamente nella vita politica italiana.
Di questa dimostrazione di senso dello Stato, insolita e difficile nel nostro Paese, va dato atto all’attuale maggioranza e all’attuale Governo, in particolare al Presidente del Consiglio che ha saputo resistere a innumerevoli pressioni e a minacce di ritorsioni elettoralistiche, che non lo hanno frenato nel procedere verso un esito giusto e atteso.
L’annuncio di referendum abrogativo fatto da quanti sono contrari a questa legge non può proiettare ombre sulla gioia di avere fatto una cosa necessaria né sollevare inquietudini sulla risposta dei cittadini. Essi, ad iniziare dagli italiani all’estero che hanno diretti e significativi motivi di confronto, sapranno scegliere, come è accaduto in passato quando si è trattato di riconoscere e tutelare diritti civili.
Sul piano politico, questo passaggio è un ulteriore tappa del cadenzato percorso di riforme che il Governo Renzi ha tracciato e al quale stiamo concorrendo con piena convinzione. Qualcuno, in queste ore, ha improvvidamente minacciato ritorsioni elettorali in occasione del referendum confermativo della riforma costituzionale. Vogliamo pensare che si tratti di reazioni emotive e incontrollate.
Per quanto ci riguarda, nell’ottica del processo di rinnovamento che l’Italia sta vivendo e dopo questo notevole passo avanti sul piano dei diritti civili, vediamo nel prossimo referendum un’altra e non meno importante occasione per rendere il nostro Paese ancora più moderno, efficiente e competitivo. Proprio quello che gli italiani all’estero ci chiedono dopo questi anni di difficoltà, per avere un riferimento rilegittimato e autorevole sul piano internazionale.
I deputati del PD Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi