ROMA, 13 APRILE 2016
Abbiamo espresso il nostro voto favorevole sulla riforma della Costituzione con la convinzione di avere fatto una cosa necessaria e giusta. Di avere compiuto pienamente il nostro dovere di rappresentanti di cittadini che, pur vivendo all’estero, ci hanno dato il chiaro mandato di concorrere a rinnovare il nostro Paese, di renderlo più moderno, più efficiente, più credibile e competitivo sul piano internazionale.
Abbiamo votato con la convinzione di avere fatto un passo importante per riavvicinare le istituzioni ai cittadini, rendendo più sobrio e lineare l’impianto costituzionale, superando quel bicameralismo perfetto che con l’andare del tempo era diventato sempre più fonte di ritardi e occasione di interminabili mediazioni, riducendo di un terzo gli eletti e i costi della rappresentanza, rimettendo ordine nei rapporti tra lo Stato e le Regioni, eliminando enti ormai superati e insostenibili. Senza toccare i principi fondamentali affermati nella parte prima della Costituzione, che restano una guida essenziale ed attuale, ma anzi rafforzando alcune garanzie e tutele democratiche.
Centinaia di parlamentari, votando a favore della riforma che in prospettiva potrebbe segnare la loro scomparsa da eletti, hanno dimostrato che la politica non è solo interesse personale ma può essere esercitata con responsabilità, sensibilità per il bene comune e spirito di servizio.
Ora la parola tocca ai cittadini, che saranno chiamati a pronunciarsi nel referendum confermativo di ottobre. Con convinzione e impegno annunciamo la nostra adesione ai Comitati per il SI che anche all’estero sono in via di formazione in ciascuna delle quattro ripartizioni della circoscrizione Estero. In questo modo, dopo avere sostenuto in sede parlamentare la riforma, cercheremo di valorizzare il nuovo profilo dell’Italia agli occhi degli italiani all’estero e dell’opinione pubblica internazionale che guarda con interesse al nostro Paese, mettendoci dal loro punto di vista.
In particolare, diremo che la riforma conferma la circoscrizione Estero come strumento per rendere effettivo il diritto di cittadinanza politica degli italiani all’estero, che gli eletti, anche se ridotti nel numero per la diversa natura del Senato, avranno piene prerogative poiché faranno parte della Camera che vota la fiducia al Governo e adotta la legislazione fondamentale dello Stato, che si mette ordine nelle materie concorrenti tra Regioni e Stato, evitando la sovrapposizione (talvolta la confusione) di iniziative e presenze nelle realtà estere e il conseguente spreco di denaro.
Soprattutto, sottolineeremo che con questa riforma e con quelle adottate e in corso sulla pubblica amministrazione e sull’informatizzazione del sistema pubblico si sta cercando di ridurre il gap di efficienza, velocità e modernità che tanti italiani all’estero avvertono rispetto ai Paesi nei quali si sono insediati e svolgono la loro vita. Quante volte all’estero abbiamo sentito ripetere: “Eh l’Italia, il più bel Paese del mondo, ma troppa burocrazia, troppe complicazioni, troppo clientelismo, troppa distanza delle istituzioni dai cittadini….”, e via di questo passo.
Ebbene, la riforma su cui gli italiani all’estero si dovranno pronunciare assieme agli altri cittadini italiani è una prima, fondamentale risposta a questo disagio e a questa richiesta di nuovo. Un modo di dire anche agli stranieri con cui quotidianamente dialoghiamo che l’Italia ha accettato la sfida del cambiamento e sta riducendo le distanze rispetto agli altri modelli istituzionali, politici e amministrativi. Non una mano di belletto sull’immagine del Paese, ma un tentativo, che proseguirà se la riforma sarà confermata, di trasformare in profondità i rapporti tra i cittadini e lo Stato e di rendere più equilibrato il confronto tra il nostro e gli altri Paesi.
I Deputati del PD eletti nella circoscrizione Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi