L’ipotesi che il Governo introdurrà nella Manovra 2024, in questi giorni allo studio dell’Esecutivo, la nuova misura di pensionamento anticipato – ma solo per le donne – chiamata “Quota 84” è oramai una certezza (se non ci saranno ripensamenti in extremis).
Dopo aver infatti escluso la possibilità di una riforma pensionistica strutturale e più audace per mancanza di risorse ed aver annunciato di voler riproporre le norme in scadenza come “Quota 103” per tutti, “Opzione donna” e l’Ape sociale, il Governo sta preparando questa nuova opzione di scivolo per l’uscita dal lavoro delle donne.
Ma in cosa consiste esattamente “Quota 84”? Il meccanismo è molto semplice e prevede che per poter accedere alla pensione anticipata (e cioè a 64 anni invece che a 67) le donne dovranno far valere 64 anni di età e almeno 20 anni di contribuzione.
La pensione anticipata sarebbe teoricamente fruibile anche per le donne le quali risiedono all’estero e possono far valere un’anzianità contributiva in Italia che consenta loro di ottenere un diritto autonomo (nel caso abbiano versato 20 anni di contribuzione in Italia) oppure un diritto in convenzione nel caso possano raggiungere i 20 anni di contribuzione sommando i contributi versati in Italia con quelli versati nel Paese (o nei Paesi) di emigrazione.
Giova sottolineare che quasi certamente per le lavoratrici che sceglieranno di utilizzare il nuovo scivolo ci sarà il calcolo della pensione in base al metodo contributivo, che, come sappiamo, è meno conveniente di quelli retributivo e misto (come è noto infatti per i lavoratori con almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 si applica il calcolo retributivo sino al 31 dicembre 2011 e dal 1° gennaio 2012 è applicato il metodo contributivo; mentre invece per i lavoratori con meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 si applica il calcolo retributivo sino al 31 dicembre 1995 e dal 1° gennaio 1996 il metodo contributivo (calcolo misto).
Quale è il problema per le donne residenti all’estero e che potrebbero perfezionare “Quota 84” in pro-rata con la totalizzazione dei contributi?
Secondo fonti ben informate, sembrerebbe che questa nuova norma comporterà il vincolo di aver maturato una pensione di un importo che sia almeno 2,5 volte la pensione minima, e cioè intorno ai 1.125 euro al mese. Requisito questo già difficile per le donne residenti in Italia le quali possono far valere una anzianità assicurativa di 20 o più anni ma quasi impossibile per le nostre emigrate che tale importo minimo di pensione non potrebbero sicuramente raggiungerlo con un modesto pro-rata basato sugli anni lavorati esclusivamente in Italia (perché il pro-rata estero eventualmente acquisito o da acquisire non verrebbe certamente conteggiato nel calcolo). Sarà nostra premura quindi, nel caso il governo dovesse presentare “Quota 84” nell’ambito della prossima Legge di Bilancio, proporre che le donne italiane all’estero che volessero usufruire di questa nuova misura di pensionamento anticipato siano esonerate dal vincolo della maturazione, ai fini del diritto, di un importo minimo di pensione.
Fonte: Ufficio Stampa On. Fabio Porta