Roma, 5 luglio 2016 – Ufficio Stampa On. Fabio Porta
E’ stato approvato la scorsa settimana nella seduta delle Commissioni Riunite (XI e XII, Lavoro e Affari sociali) della Camera l’emendamento dei deputati del PD eletti all’estero (prima firmataria Laura Garavini) e di numerosi altri deputati eletti in Italia (tra cui Cesare Damiano ex ministro del Lavoro PD e Maria Luisa Gnecchi, esperta di previdenza del PD), che elimina dal disegno di legge delega sulla povertà (C. 3594) il riferimento alla “razionalizzazione” delle prestazioni di natura assistenziale e previdenziale sottoposte alla prova dei mezzi erogate a beneficiari residenti all’estero. Si tratta di un risultato molto importante e positivo raggiunto grazie alla mobilitazione dei deputati PD eletti all’estero i quali avevano paventato la riduzione o l’eliminazione delle prestazioni “non contributive” erogate all’estero nei Paesi extra-comunitari (integrazione al minimo e maggiorazioni sociali) nell’ambito dell’intervento riformatore del sistema delle politiche sociali italiane. Il rischio di un indebolimento del sistema di tutela socio-previdenziale a favore delle nostre collettività residenti nei Paesi extra-UE, ed in particolare nell’America Latina dove vengono pagate la maggioranza delle prestazioni non contributive, è stato così sventato. Il ddl di riforma recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali (collegato alla legge di stabilità 2016) attualmente in discussione alla Camera dei deputati parte dalla considerazione che in Italia manca una misura organica che copra le necessità delle famiglie più vulnerabili e in condizioni economiche di bisogno, a partire da quelle con figli e che le prestazioni esistenti devono essere verificate nella loro appropriatezza rispetto al bisogno. Insomma l’obiettivo è quello di rivedere l’attuale sistema di “welfare”: il Governo per raggiungere questo obiettivo ritiene sia necessario non solo razionalizzare i trattamenti esistenti, ma anche riorganizzare il sistema di accesso alle prestazioni, a partire dalle modalità di valutazione del bisogno. Il disegno di legge delega in discussione in Parlamento intende quindi introdurre una misura nazionale per il contrasto della povertà, da considerare livello essenziale delle prestazioni; la razionalizzazione della normativa in materia di prestazioni di natura assistenziale o comunque sottoposte alla prova dei mezzi, anche rivolte a beneficiari residenti all’estero; e il riordino della disciplina concernente il sistema di interventi e di servizi sociali. Con l’approvazione dell’emendamento invece viene stralciata (almeno per ora) la norma che faceva riferimento alle prestazioni (integrazione al minimo e maggiorazioni sociali) dei nostri connazionali emigrati e la cui erogazione continuerà ad essere garantita così anche in futuro.