Interrogazione urgente presentata ai Ministri degli Esteri e della Giustizia dai deputati del Partito Democratico
Roma, 16 marzo 2011
Vorrei dare voce allo sconcerto e all’allarme dei parenti e dei molti italiani di sentimenti democratici che vivono in Sud America per la concessione della libertà provvisoria ad Alfonso Podlech da parte del Tribunale per il riesame di Roma.
Podlech è stato al tempo del golpe del generale Augusto Pinochet procuratore militare e in tale veste ha pronunciato sentenze che hanno inciso sulla libertà e sulla vita di migliaia di persone, colpevoli solo di essere oppositori del regime militare. In particolare, egli emanò un «ordine di rilascio» di Omar Roberto Venturelli, un sacerdote d’origine italiana molto impegnato nella difesa degli indios senza terra, un ordine che significò concretamente la consegna del sacerdote nelle mani dei torturatori. Di Venturelli, che seguendo il consiglio del padre, emigrato dalla provincia di Modena, si era costituito volontariamente come segno della sua innocenza, non si è saputo più nulla.
Podlech, diventato nel frattempo un famoso avvocato, è stato arrestato nel 2008 su ordine del giudice Garzon mentre transitava nell’aeroporto di Madrid e successivamente estradato in Italia su richiesta dei giudici di Roma. I suoi difensori più volte hanno fatto istanza di scarcerazione, ma la richiesta è stata sempre respinta, fino all’inaspettato pronunciamento di qualche giorno fa, motivato con il fatto che non sussisterebbe il pericolo di fuga. Eppure, per il 5 aprile era già fissata la requisitoria del pubblico ministero e per la fine di aprile si attendeva la sentenza. Perché tanta precipitazione?
La probabile fuga dell’imputato, infatti, renderebbe più difficile l’accertamento dei fatti e vanificherebbe l’attesa di verità e giustizia che da decenni perseguono parenti e movimenti democratici cileni.
Non posso fare a meno di sottolineare l’obiettiva coincidenza tra questa vicenda e la visita a Roma del nuovo presidente del Cile Sebastian Pinera, di orientamento conservatore. Tanto più che uno zio ultranovantenne di Pinera, già vescovo della città dove Venturelli è stato incarcerato, ha traversato l’Atlantico per testimoniare a favore di Podlech.
Ho presentato, assieme all’on. Tempestini e Miglioli e agli altri deputati del PD eletti all’estero, un’interrogazione al Ministro della Giustizia per chiedere che sia verificata la regolarità delle procedure seguite per la concessione della libertà provvisoria. La stessa cosa ha fatto l’on. Miglioli, che proviene dalla zona d’origine del padre di Venturelli. Ho anche chiesto al Ministro degli Esteri di rappresentare alle autorità cilene l’interesse del governo italiano ad una regolare e completa applicazione della sentenza nei confronti di Podlech, qualunque essa sia.
Nello stesso tempo credo sia opportuno che l’opinione pubblica italiana sappia e segua con attenzione gli sviluppi del processo, che prima di essere un caso giudiziario, è un delicato punto di principio e di difesa della libertà e della democrazia. Con evidenti ricadute in paesi dove i nostri connazionali hanno pagato anche con la privazione della libertà e con la vita le conseguenze delle dittature militari che si sono susseguite.