Il parlamentare eletto in America meridionale ha presentato un disegno di legge per l’insegnamento interdisciplinare dell’emigrazione nelle scuole italiane.
“I nostri figli e nipoti che si formano oggi nelle istituzioni scolastiche italiane vivono una singolare contraddizione: sono quotidianamente a contatto con un numero crescente di coetanei figli di stranieri e, nello stesso tempo, non hanno una reale cognizione di quello che le migrazioni hanno rappresentato per la società italiana. L’immaginario emigratorio, che pure era abbastanza diffuso fino ad alcuni decenni fa, sta velocemente regredendo anche nei racconti e nella memoria familiare”.
E’ questa l’affermazione di esordio con cui l’On. Fabio Porta ha presentato la sua proposta di legge sulla promozione della conoscenza dell’emigrazione italiana nelle scuole di ogni ordine e grado.
“Eppure l’Italia, nell’ultimo secolo e mezzo, – ha proseguito Porta – ha conosciuto una diaspora di oltre 25 milioni di suoi concittadini, la più alta nel mondo in relazione alla popolazione di partenza. In più, nella fase di crisi che attraversiamo, sarebbe quanto mai utile guardare alle comunità italiane situate in varie aree del pianeta come ad una importante opportunità da utilizzare per la ripresa e la proiezione internazione del nostro sistema economico e sociale.
Che cosa sanno i giovani di questa parte della nostra storia nazionale? Poco o niente, purtroppo, dal momento che il fenomeno più profondo che ha solcato la società italiana è di solito relegato in passaggi disattenti e frettolosi di qualche libro di storia.
Ormai non c‘è scuola italiana, soprattutto a livello di base, che non abbia dovuto assumere metodologie didattiche interculturali per tenere conto della transizione avvenuta nella nostra società a seguito di una costante e crescente immigrazione. I ragazzi figli di stranieri che frequentano le nostre scuole sono poco meno di 800.000.
Fare formazione interculturale ignorando il passato emigratorio degli italiani – ha affermato l’On. Porta- è come camminare su una gamba sola. Per colmare questo vuoto, ho presentato, assieme ad altri colleghi di diverso orientamento politico, un disegno di legge tendente a far diventare la storia e la cultura dell’emigrazione l’asse di un progetto nazionale di formazione da assumere, nel rispetto dell’autonomia di ciascun istituto, nell’ambito della programmazione scolastica. Non si tratta di una materia da aggiungere a quelle curricolari, ma di un impegno di ricerca e di insegnamento da realizzare in chiave interdisciplinare, attraversando la storia, le letterature, la musica, il cinema, la memoria orale e quant’altro. Questo progetto, naturalmente, deve intrecciarsi strettamente con un altro, già esistente, dedicato appunto all’intercultura, e prevede anche l’istituzione di un premio, “Migranti come noi”, da assegnare a classi o istituti che si sono particolarmente distinti in questo tipo di percorso formativo.
“Voglio sottolineare che per la realizzazione di questa iniziativa – ha concluso l’On. Porta – non valgono le obiezioni circa la mancanza di risorse che in genere vengono opposte ai disegni di legge di iniziativa parlamentare. Ci si può tranquillamente inserire nelle disposizioni esistenti, senza un sostanziale aggravio di costi.
Insomma, un doveroso riconoscimento ai nostri emigrati che anche da lontano hanno contribuito a fare la storia d’Italia, può diventare per i nostri figli un importante elemento di una formazione moderna e pienamente consapevole dell’incidenza che le migrazioni hanno avuto e avranno nella nostra vita sociale e civile.