Finalmente l’Ente previdenziale brasiliano ha deciso di erogare le prestazioni direttamente ai pensionati residenti in Italia.
Alla fine, dopo una lunga sequela di interrogazioni, interventi presso le autorità competenti, pressioni di ogni tipo che ho sviluppato nella passata e nella presente legislatura, l’ente previdenziale brasiliano (INSS) ha deciso (a meno di ripensamenti dell’ultima ora, che ritengo improbabili) di pagare tramite accredito diretto in un istituto bancario italiano a scelta degli interessati le pensioni brasiliane degli emigrati italiani in Brasile e successivamente rientrati in Italia.
Un tema che era stato riproposto pochi giorni fa in occasione della riunione Intercomites del Brasile alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia, dei rappresentanti consolari e dei consiglieri del Cgie, alla quale ho partecipato con gli altri due parlamentari residenti in Brasile; il “Sistema Italia” nel suo complesso si è dichiarato d’accordo, in quella occasione, nel chiedere alle autorità brasiliane una rapida e definitiva soluzione del problema.
Le nuove procedure di pagamento entreranno in vigore a breve (entro due mesi al massimo) ponendo così fine ad una situazione atipica e penalizzante che si trascina da molti anni e che costringe (costringeva) i titolari di pensione brasiliana residenti in Italia a nominare un loro delegato in Brasile per la riscossione delle loro pensioni tramite una organizzazione locale incaricata dall’INSS di effettuare i pagamenti. Tale modalità di pagamento si era dimostrata molto farraginosa e problematica per i ritardi e, a volte, per le mancate corresponsioni dei pagamenti stessi. I pensionati potranno ora scegliere alternativamente tra il pagamento in un istituto bancario italiano di loro scelta o il “Banco do Brasil” con sede a Milano. I pensionati riceveranno una lettera dell’INSS e del “Banco do Brasil” con la quale verranno informati del nuovo sistema di pagamento e invitati a compilare un formulario da restituire alla “Agencia de Previdenza Social” di Belo Horizonte. Sarà richiesta ai pensionati la trasmissione annuale del certificato di esistenza in vita. Una notizia positiva, ancorché solo per un ristretto numero di ex emigrati, ma che gratifica il mio impegno costante (e quello dei patronati e dell’associazionismo) per le nostre collettività emigrate all’estero, e, in questo caso, rientrate in Italia, e ci stimola a continuare il nostro lavoro per la soluzione degli altri numerosi problemi che affronteremo in questa legislatura.