I deputati del PD eletti all’estero chiedono in una interrogazione parlamentare la stipula delle convenzioni fiscali con Uruguay, Cile, Perù, Colombia, Costarica, Bolivia e Repubblica Dominicana dove risiedono migliaia di italiani e operano le nostre imprese.
L’Italia ha stipulato, come è noto, numerose convenzioni internazionali in materia di imposte sul reddito per evitare le doppie imposizioni fiscali e per prevenire l’evasione e l’elusione fiscale. Nell’area dell’America meridionale e centrale l’Italia ha stipulato convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni fiscali solo con l’Argentina, il Brasile, l’Ecuador e il Venezuela ma non lo ha ancora fatto con il Cile, il Perù, l’Uruguay, la Colombia, il Costarica, la Bolivia e la Repubblica Dominicana, Paesi questi ultimi dove risiedono decine di migliaia di italiani e da dove sono giunti in Italia migliaia di immigrati. L’assenza di convenzioni bilaterali con i Paesi succitati non solo crea problemi di potestà impositiva e di doppia tassazione per le numerose collettività di emigrati, lavoratori e pensionati, che si spostano dall’America Latina in Italia e viceversa, ma può compromettere e limitare anche l’avvio di attività economiche e finanziarie di imprese italiane e latino americane che rischiano un’applicazione incerta o penalizzante di norme che se invece fossero regolate da una convenzione eliminerebbero le doppie imposizioni sui redditi e/o sul patrimonio dei rispettivi residenti e contrasterebbero l’elusione e l’evasione fiscale. Anche se è vero che il pericolo della doppia imposizione viene mitigato dalla normativa interna di alcuni Paesi – l’Italia, ad esempio, esclude da tassazione gli interessi attivi prodotti dai non residenti sui depositi bancari o postali, e per i redditi prodotti all’estero il Tuir concede un credito a fronte delle imposte pagate all’estero, non è tuttavia scontato che simili disposizioni siano presenti nella normativa interna di altri Paesi o che comunque, in mancanza di accordo bilaterale, la normativa interna sia sufficiente per evitare la doppia tassazione o impedire elusione ed evasione.
I deputati Porta e La Marca quindi chiedono al Ministero dell’Economia e delle Finanze quali sono i motivi per cui non sono state ancora stipulate convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali con Paesi dell’America Latina con i quali l’Italia ha stabilito e avviato rapporti politici, economici, finanziari e migratori come l’Uruguay, il Cile, il Perù, la Colombia, il Costarica, la Bolivia e la Repubblica Dominicana, e come mai nei casi di negoziati già avviati da tempo, come quello con l’Uruguay, non si riesce a stipulare la convenzione, e infine quali misure intende adottare il Governo per venire incontro alle pressanti richieste delle collettività italiane residenti nei Paesi dell’America Latina ancora non convenzionati e di quelle latino americane residenti in Italia, e delle migliaia di imprese italiane interessate a svolgere un’attività economica in America Latina, che beneficerebbero, senza costi per l’erario italiano, dalla stipula delle convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni fiscali.
Infine è opportuno rilevare che tra poche settimane si svolgerà a Roma la VI Conferenza Italia-America Latina organizzata dal Governo Italiano; sarebbe un segnale di grande rilievo politico, nonché un’iniziativa coerente con la nostra politica estera, inserire questo tema tra le grandi questioni in grado di rilanciare in maniera adeguata il rapporto del nostro Paese con un continente storicamente tanto vicino e strategicamente così importante per la nostra internazionalizzazione.