Il Presidente del Comitato per gli italiani nel mondo interviene in Commissione Esteri come relatore di due importanti ratifiche bilaterali, lamentando i lunghi tempi per questa ratifica e preannunciando una lettera al Ministro degli Esteri Gentiloni per chiedere la stima degli oneri finanziari ed l’individuazione delle adeguate coperture per l’accordo.
E’ stato un intervento propositivo ma non privo di una leggera vena polemica quello che l’On. Fabio Porta ha svolto ieri in Commissione Affari Esteri per illustrare in qualità di relatore per il Governo due progetti di legge di ratifica degli accordi tra l’Italia ed il Cile sull’autorizzazione all’esercizio di attività lavorative dei familiari a carico del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo delle missioni diplomatiche e rappresentanze consolari e sulla cooperazione scientifica e tecnologica. Infatti il Presidente del Comitato degli Italiani nel mondo della Camera dei deputati se da un lato ha evidenziato di essere lieto che le relazioni italo-cilene vengano rafforzate da questi accordi, dall’altro ha lamentato il fatto che la convenzione di sicurezza sociale con il Cile da oltre 15 anni aspetta di essere ratificata dal Parlamento italiano. Porta ha ricordato nel corso del suo intervento, approfittando della presenza del sottosegretario Della Vedova, che in risposta ad una sua interrogazione parlamentare fu proprio il sottosegretario a sottolineare l’interesse del Governo a tale ratifica. Proprio in questi giorni l’On. Porta ha anche scritto una lettera al Ministero degli Affari Esteri per chiedere chiarimenti in merito all’iter di ratifica della Convenzione di Sicurezza Sociale tra l’Italia ed il Cile, firmata a Santiago nel 1998 e ratificata dal Cile l’anno successivo. Nella sua lettera il deputato del PD eletto in America settentrionale ricorda che il Governo attribuisce una priorità assoluta alla ratifica di tale accordo in materia di previdenza sociale, un accordo che si inserirebbe nel solco già tracciato con altri rilevanti Paesi di maggiore emigrazione, a partire proprio da quelli dell’America latina. Come evidenziato dallo stesso Governo in più di una occasione l’entrata in vigore della Convenzione, oltre a garantire ovvie ricadute in termini di protezione sociale nei confronti della comunità italiana residente in Cile, avrebbe senza dubbio un impatto positivo sugli investimenti delle imprese italiane operanti nel Paese, che sono naturalmente attratte da una realtà quale quella cilena che ha conosciuto negli ultimi anni una robusta crescita economica, con una legislazione che favorisce l’imprenditorialità e che ha lanciato negli ultimi anni interessanti progetti di sviluppo delle infrastrutture e nel settore energetico. Insomma le relazioni tra Italia e Cile sono eccellenti, come dimostrato dalla recente visita della Presidente Bachelet a Roma e dai suoi incontri con il premier Renzi e il Presidente Mattarella. Nella sua lettera al Ministro Gentiloni, Porta rileva che sono trascorsi ben 17 anni dalla firma dell’accordo di sicurezza sociale con il Cile e dalla sua immediata approvazione da parte del Parlamento cileno, ma nonostante le buone intenzioni il Governo e il Parlamento italiani non hanno ancora onorato gli impegni internazionali assunti con il Cile, con il popolo di quel Paese e soprattutto con le migliaia di cittadini italiani ivi residenti.
Porta indica di essere al corrente che il Ministero degli Affari Esteri ha avviato da tempo gli approfondimenti tecnici con il Ministero del Lavoro e con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, al fine di stimare in maniera corretta gli oneri finanziari della ratifica e di individuare una adeguata copertura per gli oneri a regime. e mette in risalto che il Parlamento italiano negli scorsi mesi ha ratificato definitivamente gli accordi di sicurezza sociale con Turchia, Israele, Giappone e rinnovato quello con il Canada, rinvenendo la volontà politica e i relativi finanziamenti. Il deputato del PD inoltre evidenzia nella lettera al Ministero degli Esteri come l’accordo di sicurezza sociale con il Cile sebbene abbia dei costi fisiologici (migliaia di connazionali avranno finalmente diritto ad un pro-rata di pensione per i contributi versati in Italia) sia meno oneroso di tanti altri accordi bilaterali stipulati dall’Italia perché:
1) dal campo di applicazione oggettivo sono esclusi gli infortuni e le malattie professionali, le prestazioni familiari, l’indennità di disoccupazione;
2) esso si applica solo ai cittadini dei due Paesi contraenti (altri accordi si applicano ai lavoratori in quanto tali a prescindere dalla nazionalità), ma non si applica – purtroppo – ai dipendenti pubblici ed ai liberi professionisti;
3) esso introduce il principio dell’inesportabilità dell’integrazione al trattamento minimo e non si applica all’assegno sociale e alle altre prestazioni non contributive a carico di fondi pubblici permettendo così di realizzare importanti economie all’Italia.
Ricorda infine che le autorità cilene hanno evidenziato numerose volte e in varie circostanze l’interesse a una rapida conclusione del processo di ratifica da parte italiana dell’Accordo in materia di sicurezza sociale, sottoscritto a Santiago il 5 marzo 1998, nella consapevolezza che la sua entrata in vigore sarebbe stata di grande utilità per migliaia di cittadini di entrambi i Paesi, e chiede quindi se sia possibile sapere a che punto è la procedura di presentazione della legge di ratifica in Parlamento dell’accordo bilaterale di sicurezza sociale con il Cile e se i Ministeri interessati abbiano, come promesso ed annunciato, ultimato la stima degli oneri finanziari ed individuato le adeguate coperture per gli oneri a regime.
Fonte: Ufficio Stampa On. Fabio Porta |