“Task force” della cittadinanza in Brasile: il governo risponde all’interrogazione presentata dall’On. Porta

Al parlamentare, che aveva denunciato gli insufficienti risultati anche in rapporto agli altri Paesi, il Sottosegretario Mantica risponde ammettendo la lentezza dell’operazione. Auspicata la firma di un accordo bilaterale per il mutuo riconoscimento degli atti di stato civile.

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Roma, 25 marzo 2011

Con una interrogazione urgente al Ministro degli Esteri, presentata in Parlamento dal parlamentare del Partito Democratico Fabio Porta, si chiedevano al governo notizie certe sull’andamento della “task force” approvata dal Parlamento nel 2008 e ancora lontana dal raggiungere l’obiettivo di eliminare l’assurda fila di attesa di diversi anni che “oltre a ledere un diritto fondamentale del cittadino, intacca l’immagine dell’amministrazione italiana rispetto alle nostre comunità e alimenta preoccupanti circuiti di affarismo e illegalità”.

Sono queste le parole usate dal deputato eletto in America Meridionale e residente in Brasile, che ha chiesto al governo il perché “a distanza di due anni dal concepimento di questa soluzione straordinaria e di circa un anno dalla sua concreta entrata in funzione” la ‘task force’ abbia prodotto “esiti molto diversi nei Paesi dove sta operando”.

Secondo l’On. Porta, infatti “in Argentina le autorità consolari hanno annunciato l’azzeramento delle richieste in attesa di definizione”, mentre in Brasile le richieste inevase sarebbero ancora alcune centinaia di migliaia. Per questo il parlamentare ha chiesto al governo “quale sia l’effettiva situazione”, “quali siano le previsioni di azzeramento delle pratiche” e, infine, se “il Ministro non ritenga di adottare specifiche misure di riequilibrio” per evitare che tale disparità finisca per penalizzare in misura ingiusta la grande collettività italiana residente in Brasile.

A questa dura e precisa presa di posizione del deputato, risponde – anche se con un grave ritardo di alcuni mesi – il Sottosegretario agli Affari Esteri Alfredo Mantica, ammettendo “che i tempi per la trattazione delle pratiche da parte degli uffici consolari sono più rapidi in Argentina che in Brasile” e che mentre “al 31 marzo 2010 il Consolato Generale di Buenos Aires aveva già azzerato le richieste di appuntamento per istanze di cittadinanze” in Brasile esistono ancora “sulla base delle istanze pendenti circa 350 mila potenziali nuovi cittadini”, contro i “120 mila in Argentina”.

Secondo il Sottosegretario Mantica, autore della risposta scritta indirizzata all’On. Porta in data 15 marzo 2011, “ciò è dovuto in modo particolare all’assenza di un’intesa bilaterale con i Brasile per il riconoscimento degli atti di stato civile, che rende più complesso il procedimento amministrativo a causa della necessità di legalizzare gli atti”.

“La possibilità di giungere ad un accordo per il mutuo riconoscimento degli atti di stato civile – si legge nella risposta del governo all’interrogazione – è attualmente all’esame del Ministero dell’Interno”.

Con riferimento a quest’ultimo punto, l’On Porta ricorda di avere assunto da tempo una specifica iniziativa istituzionale, interessando ufficialmente i colleghi parlamentari brasiliani e le nostre autorità diplomatiche in Brasile per addivenire quanto prima ad un accordo bilaterale tra Italia e Brasile in materia.

“Interverrò immediatamente e con una specifica e nuova interrogazione sul Ministro dell’Interno – ha dichiarato il deputato – per chiedergli il perché di un tale ritardo e di attivarsi subito in tal senso”.

Sulla questione più generale, invece, l’On. Porta lamenta i ritardi del governo nell’affrontare questa delicata questione; ritardi confermati da questa risposta tardiva che conferma peraltro le iniquità dal sottoscritto denunciate al momento dell’interrogazione, rispetto alle quali bisognerebbe agire subito con un’azione specifica volta a rafforzare questa operazione in tutti i consolati d’Italia in Brasile a tutela dei diritti dei nostri connazionali e dell’immagine del nostro Paese”.

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