Da tempo sostengo, nell’indifferenza generale e istituzionale, che l’Inps ha adottato un comportamento restrittivo, e sbagliato, in merito ad alcune prestazioni previdenziali erogate (o meglio “non erogate”) all’estero. Tra queste prestazioni c’è la somma aggiuntiva, altrimenti detta 14ma, che rappresenta un piccolo ma importante contributo una tantum ai nostri pensionati residenti all’estero e soprattutto in America Latina. Ho presentato un’interrogazione ai Ministeri competenti sulla questione e sono in attesa di una risposta chiarificatrice (so per certo che l’Inps sta riflettendo sulla mia istanza). Ho anche presentato un emendamento alla legge di stabilità (respinto) e un Ordine del giorno, assieme alla collega Giuditta Pini e agli altri eletti all’estero del PD, invece accolto dalla Camera dei deputati.
Ma che cosa ho sollevato e chiesto e quale è il problema? Il problema è che l’Inps, con una interpretazione errata dal punto di vista tecnico-giuridico, non prende in considerazione la contribuzione estera nel calcolo della 14ma che viene erogata ai pensionati residenti all’estero nel mese di luglio. Ciò comporta l’erogazione di una somma più bassa di quella effettivamente spettante. Ho spiegato quali sono i motivi tecnici per cui l’Inps sbaglia. L’errore dell’Inps costa circa 200 euro ad ogni pensionato residente all’estero avente diritto alla prestazione. Come si può immaginare si tratta di una somma, ancorché una tantum, che rappresenterebbe un beneficio importante per chi vive in situazioni di difficoltà economiche, come tanti nostri pensionati all’estero.
Nell’ODG accolto dal Parlamento (si tratta ovviamente solo di un impegno che dovrà essere poi concretizzato con le nostre battaglie) ho sollecitato la presa in considerazione da parte dell’Inps anche della contribuzione estera ai fini del calcolo dell’importo della somma aggiuntiva (altrimenti detta 14ma) considerato che la contribuzione estera, in virtù del principio dell’assimilazione dei territori che informa tutte le convenzioni internazionali di sicurezza sociale stipulate dall’Italia, viene sempre presa in considerazione dall’Inps sia ai fini della maturazione dei diritti che ai fini del calcolo delle prestazioni italiane in convenzione internazionale e ho chiesto al Governo di verificare la correttezza del comportamento restrittivo dell’Inps e di valutare l’opportunità di modificare la legge in vigore, qualora necessario se non fosse unicamente sufficiente una più estensiva interpretazione della norma da parte dell’Inps, per includere anche la contribuzione estera ai fini del calcolo dell’importo della 14ma.