Porta: in vista della completa abolizione, prorogare i termini della richiesta di cittadinanza dei Trentini

18 febbraio 2010

Sul Decreto cosiddetto “Mille Proroghe” (DL. 30 dicembre 2009 n. 194), attualmente all’esame delle commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio della Camera, l’on. Fabio Porta ha presentato un emendamento volto a inserire la proroga di cinque anni dei termini previsti dalla legge n. 379 del 14-12-2000 per la richiesta di cittadinanza italiana da parte dei cittadini abitanti nei territori oggi italiani appartenuti in passato all’Impero austro-ungarico, e loro discendenti.

Sulla stessa questione è stata già presentato di recente un disegno di legge da parte dei deputati Froner, Porta e Narducci per eliminare i termini di scadenza per la presentazione delle domande da parte degli interessati, in coerenza con quanto è stato già deciso con legge (n. 124 dell’8-3-2006) per gli abitanti dei territori già italiani ceduti alla ex Jugoslavia.

“Ho ritenuto, unitamente ai colleghi Froner e Narducci, di cogliere l’occasione del decreto cosiddetto “Mille Proroghe” per prolungare i termini di presentazione delle domande di cittadinanza da parte di coloro che hanno abitato i territori oggi italiani dell’ex impero austriaco non solo per corrispondere ad un sacrosanto diritto di persone di sentimenti e cultura italiani, ma anche per determinare le condizioni affinché il Parlamento possa adottare la soluzione strategica della questione, da noi proposta, vale a dire l’abolizione completa dei termini fissati nella legge n. 379. Questo è già avvenuto per gli abitanti dei territori italiani passati alla ex Jugoslavia e non c’è ragione plausibile perché le situazioni non siano rese omogenee.

Mi auguro che su questi aspetti di riconoscimento dei diritti di cittadinanza non scatti il solito meccanismo di appartenenza di maggioranza, ma si possa concorrere tutti insieme ad una soluzione attesa e giusta. Faccio appello ai colleghi, inoltre, in particolare a quelli eletti in Trentino, perché aggiungano la loro voce alla nostra, sia in commissione che in aula, quando il decreto arriverà per la definitiva conversione”.

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