Nuova legge sulla cittadinanza: un’occasione mancata

Nuova legge sulla cittadinanza

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Roma, 22 dicembre 2009

Non è proprio un messaggio di comprensione e di carità quello che a ridosso del Natale la maggioranza di governo invia sul tema della cittadinanza. Il testo unificato, presentato dalla relatrice on. Isabella Bertolini, delude fortemente le attese di un corso nuovo centrato su alcuni valori – il riconoscimento dei diritti, un più equilibrato bilanciamento tra jus sanguinis e jus soli, l’apertura verso i “nuovi italiani” nati in Italia e inseriti stabilmente nei percorsi formativi e di lavoro, il sostegno all’integrazione, un percorso di volontaria e consapevole partecipazione alla comunità dei cittadini – che potrebbero offrire un approdo positivo alla transizione sociale che si prolunga da anni.

Il testo in discussione non accorcia i tempi della richiesta in cambio della volontà di accettazione dei principi e delle regole della nostra società, non accetta l’idea che per i giovani di seconda generazione basti la frequenza di un intero corso di studi, aumenta la discrezionalità della pubblica amministrazione nella concessione della cittadinanza.

Un’importante occasione mancata, un altro grave prezzo pagato all’equilibrio della maggioranza e, in particolare, alle sue componenti più oltranziste. Un motivo di tristezza per noi rappresentanti degli italiani all’estero, che vediamo riproporre in Italia il clima civile e le posizioni politiche che abbiamo dovuto contrastare in diversi Paesi del mondo.

La seconda lacuna è l’assenza completa di indicazioni per quanto riguarda le questioni della cittadinanza degli italiani all’estero. Ci sono due situazioni non più rinviabili, come ha ricordato l’on. Garavini nel suo intervento: il riacquisto della cittadinanza per coloro che all’estero l’hanno perduta per ragioni di lavoro, la possibilità di acquisto da parte delle donne sposate a stranieri prima del I° gennaio 1948 e da parte dei loro figli e discendenti. Ricordiamo che già la Cassazione ha dichiarato l’illegittimità di questa vistosa disparità di trattamento.

Ancora una volta, come ha affermato il capogruppo del PD on Dario Franceschini, si rimuove la memoria di quello che gli italiani sono stati e ci si priva della forza delle esperienze di migrazione realizzate sul campo in una vicenda secolare.

Cercheremo di cogliere l’occasione dell’esame in Aula del provvedimento per migliorarlo e per aprire, con emendamenti mirati, anche la porta degli italiani all’estero, che questa maggioranza continua a tenere sbarrata.

Nella discussione generale ci sono stati accenti interessanti anche da parte di qualche esponente di maggioranza. Vogliamo sperare che non si tratti di enunciazioni retoriche, ma di vera disponibilità. Per questo, ancora una volta facciamo appello agli altri eletti all’estero perché concorrano attivamente, oltre le logiche meccaniche di schieramento, a rendere giustizia a chi da troppo tempo l’aspetta.

Gino Bucchino, Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Franco Narducci, Fabio Porta

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