L’On. porta interviene al convegno “dall’integrazione alla coesione con i cittadini stranieri”, organizzato da Ital e Uil

A cinque anni dalle attività del patronato per gli immigrati un bilancio del lavoro svolto e il punto sulle nuove sfide che attendono i cittadini e le forze politiche e sindacali.

Intervenendo a Roma al convegno organizzato dal Patronato e dalla Uil per effettuare un bilancio dell’attività svolta a cinque anni dalla stipula del Protocollo di intesa con il Ministero dell’Interno, l’On. Fabio Porta ha voluto evidenziare i punti di raccordo e le analogie relative all’impegno dei patronati a favore degli italiani residenti all’estero e degli stranieri residenti in Italia.

“Emigrazione ed Immigrazione sono due facce della stessa medaglia – ha esordito il parlamentare – e ciò vale anche per la straordinaria opportunità che cinque milioni di immigrati e cinque milioni di italiani nel mondo possono rappresentare per l’Italia se il nostro Paese sarà in grado di mettere in atto politiche di ‘integrazione e coesione’ a loro rivolte”.

“Un grande paese come il Brasile ha dimostrato che l’integrazione e la coesione sociale, anche tra razze e culture diverse, può essere un volàno per la crescita e lo sviluppo economico – ha aggiunto il deputato eletto in Sudamerica – e questa lezione può essere estesa alle politiche di lotta alle disuguaglianze sociali e di valorizzazione delle aree depresse”.

“Ma integrazione e coesione – secondo l’On. Porta – sono la conseguenza di un processo che non è fatto solo di regole e normative; alla base ci deve essere un grande sforzo di natura culturale, e in questo senso ho depositato in Parlamento una proposta di legge per lo studio multidisciplinare della migrazioni nelle scuole pubbliche italiane”.

“Tutte queste sfide – ha concluso il Vice Presidente del Comitato per gli italiani all’estero della Camera – possono essere rilanciate dai patronati, con i quali poche settimane fa abbiamo avviato un tavolo di confronto con i parlamentari eletti all’estero, a partire dalla riapertura della grande questione degli accordi internazionali di sicurezza sociale e della tutela degli immigrati e degli emigrati, che a causa della riforma pensionistica e del fenomeno della nuova emigrazione tornano ad essere questioni urgenti e attuali”.

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