L’On. Fabio Porta dopo la visita al “Consolato digitale” a Bruxelles: “in Belgio si prepara il Consolato del 2020, in Brasile si lavorano le pratiche di cittadinanza del 2000”.

Roma, 28 ottobre 2009

“Il Consolato on-line sarà un punto d’arrivo di un processo complesso ma ineludibile di snellimento dei servizi consolari grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie”: lo ha dichiarato a Bruxelles il Vice Presidente del Comitato sugli italiani all’estero della Camera, On. Fabio Porta. “Un processo – continua il deputato del PD – che nel lungo periodo dovrebbe migliorare i servizi per i cittadini e semplificare le procedure di gestione dei consolati riducendone anche i costi relativi”.

“Peccato – commenta amaramente il deputato – che mentre a Bruxelles abbiamo visto il ‘consolato del futuro’ a Curitiba siamo ancora alle prese con mancanza di scrivanie e computer, a San Paolo si aspetta sette anni e mezzo per un riconoscimento di cittadinanza e a Brasilia si lavora a metà tempo per risparmiare sull’aria condizionata…”.

“Vanno bene le innovazioni, anzi vanno spinte e incoraggiate, – aggiunge il parlamentare eletto in Sudamerica – ma nel frattempo dobbiamo continuare a confrontarci con i problemi e le emergenze di tutti i giorni, prima fra tutte l’efficacia dell’operazione “task-force”, voluta dai Comites, dal Cgie, dal Parlamento e quindi dal Governo per eliminare gli insostenibili ritardi nel riconoscimento della cittadinanza italiana in America Latina”.

“In Brasile – secondo l’On. Porta – i dati della ‘task force’ a quasi un anno dal suo avvio sono nettamente al di sotto delle aspettative iniziali, e ciò dovrebbe indurre il Ministero degli Esteri ad un più attento monitoraggio sui risultati dell’operazione, che ha comportato un impegno politico ed uno sforzo in termini di risorse umane e finanziarie non indifferente”.

“Faccio un appello pubblico al Direttore Generale per gli Italiani all’Estero, Ministro Carla Zuppetti ed all’Ambasciatore d’Italia in Brasile Gherardo La Francesca affinché confermino la loro nota sensibilità al problema esigendo da tutta la rete consolare uno sforzo specifico e concentrato pari alla gravità ed all’urgenza del problema che era all’origine della costituzione della ‘task force’”, conclude il parlamentare.

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