Deputati PD estero – risposta a Rodolfo Ricci: evitiamo toni e argomenti che offendono tutti gli italiani all’estero

ROMA, 12 NOVEMBRE 2016

Rodolfo Ricci continua ad entrare a gamba tesa in una discussione molto delicata che riguarda l’esercizio in loco del diritto di voto degli italiani all’estero. Lo fa da giocatore in campo, beninteso. Perché Associazioni nazionali dell’emigrazione e Patronati sono presenti all’estero. La loro presenza per noi è sempre stata, e deve rimanere, autonoma e importante. Per lui è autonoma e importante solo se schierati attivamente per il No.

Ma la lama di Ricci taglia a fette anche la platea elettorale. I cittadini italiani residenti all’estero che mediamente votano in ogni elezione sono i più informati e consapevoli, mentre la rimanente parte – la maggioranza – è disinformata ed esposta ad ogni raggiro. Preso lo slancio, il suo ragionamento va diritto per la sua strada, senza vedere nient’altro. Dovessero prevalere i Sì: scandalo e imbrogli. Dovessero prevalere i No: si è espressa la parte migliore degli italiani all’estero! Caro Ricci, da chi pretende di conoscere il nostro mondo ci saremmo aspettati un ragionamento più serio e meno fazioso.

Ci sono diverse cose da cambiare nel voto all’estero. Tutti lo stanno scoprendo a ridosso del voto referendario. Per quanto ci riguarda, sulla revisione della 459 del 2001 sia nella scorsa che in questa legislatura abbiamo presentato proposte di legge proprio per riformarla e metterla in sicurezza, non per affossarla, come hanno tentato di fare e continuano a dire tanti paladini del No. Ad iniziare da “Il fatto quotidiano”, che è diventato la falange d’assalto alla riforma costituzionale. Di una cosa, ad ogni modo, siamo certi: una buona riforma potrà nascere solo da una discussione serena, non dal propagandismo elettorale, né dagli articoli scandalistici che in queste ore stanno comparendo sulla stampa militante.

Ricci dovrebbe conoscere le dinamiche dei residenti all’estero, la diversità dei sistemi postali, le difficoltà nel ricevere i plichi, i cambiamenti di indirizzo, tutti temi da tempo posti all’attenzione del Governo. Eppure si riferisce ai votanti come fossero unicamente mossi da “interessi di bottega”, dal proprio “particulare”, poco propensi a partecipare quando si tratta di adempiere un dovere civico. Noi pensiamo esattamente l’opposto. E non siamo disposti a “sacrificare” la circoscrizione Estero, nata da un’idea di rappresentanza globale degli italiani nel mondo e messa in Costituzione per garantire l’effettività del voto dei cittadini all’estero, semplicemente per “ragioni di bottega” o per propagandismo e faziosità politica.

Quanto alla lettera inviata da Renzi agli elettori, essa non è stata firmata dal Presidente del Consiglio ma da Matteo Renzi in qualità di leader politico. Né più né meno di quello che ha fatto Obama, Presidente in carica, facendo un discorso di sostegno alla candidata Clinton negli ultimi giorni di campagna elettorale. L’iniziativa, poi, è del Comitato Nazionale Basta un Sì, al quale per altro si deve la raccolta delle firme che consente agli elettori di esprimersi, anche a quelli del No.

È una iniziativa legittima e corretta, che, al contrario di quello che dice Ricci, ha come precedenti la lettera agli elettori all’estero di Prodi nel 2006 (allora applaudita anche da chi oggi critica) e da analoghe e successive iniziative di Berlusconi.

Sul tema dell’informazione istituzionale ai cittadini, il Governo ha messo in campo, come in tutte le precedenti elezioni, gli strumenti ordinari, dalla Farnesina alla Rai. Figuriamoci dove sarebbe arrivato lo strepito se si fossero messi in campo strumenti straordinari…

Ci sorprende e dispiace molto l’ancora una volta faziosa valutazione del testo: slogan. Non si tratta di slogan ma dell’esperienza di chi, vivendo anche nelle istituzioni, conosce i problemi di un Paese come l’Italia. Perché a guardare l’Italia dall’estero ci si rende meglio conto che è un Paese bloccato, burocratico, inefficiente. I social network sono inondati da queste affermazioni. Ai tanti italiani che vedono l’Italia in questo modo, Ricci sa dire solo una cosa: attenzione ai brogli. Ai brogli del Sì, naturalmente, perché quelli del No sono tutti anime angeliche. A prescindere, direbbe Totò.

Sui costi, anche se molti come Ricci fanno finta di non sentirla, la risposta è già venuta dal nostro Capogruppo alla Camera: il PD e il Comitato per il Sì conoscono le regole e le hanno pienamente rispettate. Non si tratta di soldi pubblici e i recapiti postali sono a disposizione di tutti.

Sulle ragioni del nostro impegno, non abbiamo cambiato idea e non cambieremo idea: il nostro obiettivo primario è ridurre i costi della politica, superare il bicameralismo paritario e rendere le nostre istituzioni più efficienti. Con la circoscrizione Estero che si rafforza, con 12 deputati che votano la fiducia.

Non si è trattato di una cancellazione della rappresentanza al Senato ma semplicemente della presa d’atto che il nuovo Senato dei territori può obiettivamente consentire una rappresentanza solo dei territori in ambito nazionale, non di quelli che appartengono ad altri Stati, che si opporrebbero decisamente (e giustamente) all’elezione di rappresentanti in Parlamenti stranieri. Una cosa, insomma, è il cittadino italiano residente all’estero, un’altra è un territorio incorporato in un altro Stato.

Per quanto attiene all’Italicum, esso non solo non è oggetto di referendum ed è in fase di modifica, ma il concorso al premio di maggioranza, dopo avere eletto 12 deputati nella circoscrizione Estero, frutto per altro di un sistema elettorale diverso rispetto a quello metropolitano, equivarrebbe a contare due volte: un’anomalia che nemmeno i tanti costituzionalisti schierati sul fronte del No riuscirebbero a giustificare.

I deputati PD Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi

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